La Bomba, questo il nome dell’installazione realizzata da Valerio Michelucci e Stefano Pilato che da ieri aleggia sospesa a diversi metri da terra in piazza Cavallotti, avvalendosi di uno scenario davvero suggestivo e surreale, il palazzo che chiude via Sant’Omobono che lascia ancora intravedere i segni della distruzione di cui la città fu vittima, proprio il 28 maggio del 1943 durante i bombardamenti alleati. Per ricordare questa drammatica vicenda i due artisti in collaborazione con l’associazione lab.lab – laboratorio labronico,Pardo Fornaciari e il Coro d’assalto Garibaldi e Mamastudios di Livorno hanno regalato ai livornesi un pomeriggio di commemorazione davvero diverso, dove la drammaticità del ricordo si accompagnava ai gesti di speranza e di inno alla vita. In quest’ottica quindi la bomba, simbolo nero di distruzione si tinge di rosa, e si fa seme, seme di pace e di risa di bambini, come si legge nel comunicato dei due artisti livornesi, dei quali ci piace ricordare l’installazione in piazza Mazzini del caro Ufo, purtroppo partito per lidi più aperti alle diversità che lo ameranno più di quando abbia fatto questa città. E proprio il seme è stato un altro protagonista di questa commemorazione, attraverso l’azione dell’associazione lab.lab che ha distribuito attraverso le tre colonnine poste ai lati della Bomba, anch’esse rigorosamente grigie e fucsia, bustine di semi di fiori colorati, invitando i livornesi a “bombardare” di fiori simboli di vita, di crescita e di bellezza i giardini e le aiuole pubbliche, un forte gesto simbolico che esprima l’amore e la cura che ogni cittadino dovrebbe avere per la propria città. Colonna sonora del pomeriggio i canti partigiani del Coro d’assalto Garibaldi . A documentare il tutto è stato creato da Matteo Mannucci di MaMaStudiOs un bellissimo sito internet www.bombalivorno.it che raccoglie le foto dell’evento e che rimarrà on line come testimonianza di questa bellissima iniziativa che ha coinvolto la città di Livorno.