Gaetano Ventriglia in “Otello alzati e cammina” @NTC

Mercoledì 22 gennaio alle ore 21 al Nuovo Teatro delle Commedie torna il Teatro d’Autore e Civile con lo spettacolo “Otello alzati e cammina” di e con Gaetano Ventriglia, per la produzione di Malasemenza, Armunia e Rialto Santambrogio.

Ventriglia presenta questa sera la sua rivisitazione dell’opera di Shakespeare.
Qual è il tema di questo testo, di questo spettacolo? Il tema è cosa fare della nostra vita? Cosa fare quando siamo su un’isola per combattere i turchi, ma i turchi manco li vediamo perché sono annegati prima di arrivare? Se avessimo un ideale, un senso, non ci sperderemmo, nonostante i turchi. I turchi sono un pretesto. Sono in scena, quasi non mi muovo, sono davanti a voi, e che succede? O l’anima viaggia, la mia e la vostra, e le domande sono chiare, altrimenti non succede niente, perché io quasi non mi muovo. Ma vale la pena tentare. Tentare almeno l’onestà. Il mio teatro non è un gioco intellettuale, provo a dar vita viva a personaggi veri, e basta. Non c’è uno svuotamento di senso, come va di moda fare e dire. C’è già bastante svuotamento nel mondo: io che c’entro? No: qui dentro, sotto queste luci, non siamo nel vuoto che ci circonda, a me non interessa descrivere il nulla, parlare del nulla, il blabla di moda; la bellezza è lì, non si può far finta di (del) nulla.

(a bordo, a bordo…angeli!)

Sotto i pini del castello Pasquini di Castiglioncello si poteva incontrare la sagoma allampanata di Gaetano Ventriglia, un volto ascetico attraversato da lampi di mansueta follia iconoclasta, alle prese con la sua seconda lettura shakesperiana. Per resuscitare dalla routine Otello («Otello alzati e cammina») gli basta guardare il mare vicino attraverso il binocolo formato dalle mani, ordinare «buio» e «luce», trasformare la tragedia in una sorta di flusso di coscienza, di paranoia solitaria in cerca forse di un lieto fine.
Nico Garrone –La Repubblica 14/07/08

Un’indagine nell’anima di uomini divenuti personaggi leggendari. Otello è spogliato in questo caso dell’usuale aura di purezza che tutti noi gli attribuiamo e Iago non è importante. Si interroga su Otello, e lo mette in rapporto con la condizione esistenziale dell’oggi e del sempre.

Gaetano Ventriglia è attore e drammaturgo di origini foggiane ma livornese d’adozione. Definito da Ascanio Celestini “il più grande attore del ventunesimo secolo” ha iniziato la sua attività nel 1988 e ad oggi ha all’attivo numerosi spettacoli teatrali di successo, tra cui “Cicoria – in fondo al mondo, Pasolini”, spettacolo ideato e interpretato insieme con lo stesso Celestini, con cui collabora per un piccolo cameo anche per il film “La pecora nera”. Nel 2003 fonda il gruppo Malasemenza con l’attrice e autrice Silvia Garbuggino con cui realizza un’importante trilogia sull’opera di Dostoevskij. Firma numerosi spettacoli come regista e nel 2008 porta in scena “Otello alzati e cammina”, tratto dall’opera shakespeariana che ripropone stasera al Nuovo Teatro delle Commedie.

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